Argenti

Dal 1767 tre aureole d’argento risplendono, durante la processione, sulle statue di Maria, Gesù e Giovanni che compongono il gruppo La Separazione.

Hanno funzione di ornamento ma nello stesso tempo associano al valore estetico il significato simbolico: l’aureola o nimbo, consistente in un alone di luce che avvolge la testa o il corpo di una figura, è infatti un attributo figurativo utilizzato nelle rappresentazioni sacre, non soltanto cristiane, per indicare la santità del personaggio. Tra il II e il III secolo i Cristiani utilizzarono l’aureola solo per esprimere deferenza, ma dal IV secolo in poi l’iconografia cristiana la adottò per designare i personaggi di più elevato livello spirituale: in un primo momento venne associata solo a Gesù, a Maria e agli angeli, successivamente anche agli apostoli e ai santi, in quanto simbolo di una luce divina soprannaturale, rivelata dal Salvatore ai discepoli sul monte Tabor: “E si trasfigurò davanti a loro; il suo volto divenne brillante come il sole, e le sue vesti bianche come la luce“.

L’aureola di Maria del sacro gruppo La separazione ha un diametro (cm. 25 – 39)  leggermente maggiore rispetto alle altre due (cm 24,5 – 38), e reca incisa un’iscrizione che indica la data di realizzazione, il 1767, ed il nome del console della corporazione degli orafi e argentieri di quell’anno: FATTI NEL 1767 IN TEMPO DEL CONSOLATO DEL SIG. DOMENICO RIZZO A SPESE DELL’ARTE. Le tre aureole sono inoltre marchiate con la  “bulla” di garanzia della città di Trapani – corona falce e lettere DUI (Drepanum Urbs Invictissima) – e con le sigle del console DRC  e dell’argentiere GP.

Domenico Rizzo ricoprì la carica di console oltre che nel 1767, come attestato dall’iscrizione, anche negli anni 1759, 1760 e 1762; fu  consigliere dell’arte nel 1761 e 1766.

Le iniziali GP possono riferirsi sia a Giuseppe Piazza che a Giovanni  Porrata, attivi in quegli stessi anni: il primo è documentato dal 1752 al 1761, il secondo dal 1756 al 1761.  Considerato però che il Porrata è indicato nei documenti d’archivio come orafo, si propende per attribuire la sigla a Giuseppe Piazza. Se la maestranza degli argentieri si rivolse a Piazza per le aureole del pro­prio “Mistero”, il primo nell’ordine processionale, è da ritenere che questi fosse molto stimato ed apprezzato dai suoi stessi colleghi per le capacità tecniche ed inventive. Né il maestro si smentisce: egli apporta una variante nella tipologia dell’aureola a raggi, articolando i bordi con  un motivo trilobato di gusto rococò, che nella maggiore decora sia il bordo interno che quello esterno, nelle minori solo l’esterno. Ogni aureola è formata da un cerchio di ferro su cui sono applicate, sia sul verso che sul retto, le lamine d’argento fissate con chiodi dalla capocchia a forma di fiore, visibile sulla parte anteriore. La raggiera è formata da raggi raggruppati a seconda dell’altezza, ma simmetricamente disposti per ricavarne l’effetto ascendente-discendente.

Lo stesso argentiere, nel 1761, aveva dato prova delle sue capacità tecniche nell’esecuzione, per la maestranza dei sarti, delle aureole di Maria, Maria Maddalena e Giovanni del gruppo La deposizione, dall’elegante raggiera tipicamen­te settecentesca, composta da piccoli, fitti fasci di raggi, di varia altezza ma disposti simmetricamente. Nello stesso anno  il maestro eseguì anche l’aureola di Gesù dello stesso mistero, a semplice cerchio privo di raggi, la corona di spine del gruppo Ecce Homo e lo stiletto che Maria tiene sul petto nel gruppo La deposizione. Tutti gli oggetti ora indicati recano impressa la sigla CCC del console degli argentieri del 1761, Carlo Caraffa. Nel 1768 (o 1772), mentre era console Antonio Daidone, lo stesso Piazza realizzò, per il gruppo La Sentenza, la corona di spine, la catena e le manette finemente  cesellate con motivi di simmetriche volute fogliacee affrontate, tratte dal repertorio decorativo barocco. Il maestro come i suoi colleghi aveva anche una committenza privata che gli richiedeva opere di uso domestico tra cui vanno ricordate un’elegante bilancina con due piatti, di collezione privata Trapani, eseguita sotto uno dei consolati di Carlo Caraffa tra il 1749 e il 1777; una paletta per torta di collezione privata Marsala, vidimata dallo stesso Caraffa; una campanella, di collezione privata Trapani, realizzata al tempo di uno dei consolati di Angelo Sandias, tra il 1755 e il 1774. (Lina Novara)

Le tre aureole de La Separazione vengono custodite durante l’anno dai consoli che hanno anche il compito della lucidatura e del mantenimento integro delle stesse.

Nel 2001 la famiglia Monteleone donò al gruppo un quadro in argento raffigurante il volto di Cristo. 

Nel 2013 il Capo Console Mimì Giaramida dona tre aureole d’argento ( che vengono portate in processione dalle processanti su dei cuscini di velluto ) realizzate dagli alunni del Liceo Artistico del Design del Corallo e dell’Oreficeria “R. Guttuso” di Trapani in collaborazione.[n.d.r.].

Nel 2017 la famiglia  la famiglia Strazzera nella persona di Edoardo, dona numero 50 placche in argento a basso rilievo, raffigurante il gruppo Sacro della Separazione.

Bibliografia

L. Novara, Aureole, in “AM. Precopi Lombardo, L. Novara, Argenti in processione, I Misteri di Trapani”, Marsala 1992, pp. 43-45.

L. Novara, L’arte argentaria trapanese dal XVII al XIX secolo, in “Argenti e ori trapanesi nel museo e nel territorio”, a cura di AM. Precopi Lombardo e L. Novara, Trapani 2010, p. 35.

AM. Precopi Lombardo, Profili di argentieri e orafi trapanesi, “ad voces” Piazza Giuseppe e Rizzo Domenico, in  “Argenti e ori trapanesi nel museo e nel territorio”, a cura di AM. Precopi Lombardo e L. Novara, Trapani 2010, pp. 133 e 135.

L. Novara, Aureole di Maria, Gesù e Giovanni, in “Gli Argenti dei Misteri di Trapani, O.A.D.I.,Osservatorio per le arti decorative in Italia:

www. unipa.it/oadi/index