Traduzione

Siccome la Venerabile Società del Preziosissimo Sangue di Cristo di questa invittissima città di Trapani, ogni anno, nel giorno di Venerdì Santo, in memoria della Passione di Signore Nostro Gesù Cristo suole portare per l’intera suddetta città i Misteri della Passione di Signore Nostro Gesù Cristo, detti “La Casazza Magna”, per la devozione e l’edificazione dell’intera cittadinanza; e tra gli altri misteri che si portano in detto Venerdì Santo, si conduce anche il mistere detto: “Licenza che domanda Cristo a Maria vergine”, perché questo mistere sia portato con maggior devozione, i consoli dell’arte degli orefici, con l’approvazione dei mastri della stessa, hanno più volte richiesto e inoltrato richieste per mezzo di molte persone a Giuseppe Antonio de Carissimo; a Battista Cinciolo e a don Francesco Barbara governatore e agli ufficiali di detta Società del Sangue di Cristo, affinché volessero e piacesse loro di dare detto mistere ai detti consoli e mastri dell’arte degli orefici e che detti consoli e mastri si obbligassero ad unirsi (alla processione di) detto mistere, ciascuno con la sua torcia accesa in mano e che detti consoli e mastri tedofori non debbano essere di numero minore di venti; ben sapendo detto governatore e gli ufficiali di detta Società che detta processione è e sarà a vantaggio di tale Società e in onore di codesta città; previa loro consultazione e con la partecipazione di più confrati, cioè: fra’ Francesco Parisi e  fra’ Ugone Parisi cavalieri gerosolimitani; Giovanni Antonio d’Angelo; Vito Intornera; Rocco de Valentia; Francesco Cannizzaro; Matteo Livolsi; il rais Leonardo de Peri; Vito La Rocca; Giovanni Manriques e Stefano Greco, detto il Lupo, detto governatore ha deciso di accettare detta proposta e di dare detto Mistero ai detti consoli e che quest’atto di obbligazione sarà di riferimento quanto a forma e modalità su specificate. Dunque da quest’oggi i predetti mastro Sebastiano Candino e mastro Francesco Greco entrambi consoli dell’Arte degli orefici della città di Trapani per se e per i loro successori in perpetuo alla presenza e con l’approvazione dei mastri orafi infrascritti, cioè: Giovanni Paolo Pescapei, Francesco Pesce, Giovanni Greco, Francesco Corso di Pietro, Giovanni Ballariano, Michele Testagrossa, Mario Santoro, Vito Magliocco, Nicola Testagrossa, Battista la Francesca, Andrea Oliveri, Battista Serraino, Matteo Gervasi, Sebastiano Maiorana, Giovanni de Vita, Salvatore Lazzara, Michele Messina, Antonino Arbizzicola, Leonardo Cuculla, Giuseppe Cuculla, Cosimo Monte e Giovanni Battista Monte, a me notaio noti e dinanzi a noi presenti, così volendo, obbligando liberamente e solennemente in prima persona ciascun di loro in solido rinunciante hanno promesso, convenuto e solennemente si sono obbligati e si obbligano a che ogni Venerdì Santo dell’anno, a cominciare dal presente, e in qualsiasi altro giorno di processione dei Misteri della Passione del Signore Nostro Gesù Cristo ad unirsi (alla processione di) detto mistere, ciascuno con la sua torcia accesa in mano. Inoltre, detti consoli e mastri convennero, mettendo fine ad ogni equivoco, che i tedofori non debbano essere in numero  minore di venti. In pace. Dunque (si stabilisce) secondo gli infrascritti patti, clausole e obbligazioni che soprattutto che quando li detti consuli et mastri delli arginteri non venissiro a compagnare lo detto misterio con li detti vinti torci che in tal caso lo governaturi et officiali di la compagnia possa allugari tanti torci quanto ci manchera alla somma di detti venti torci ad interesse delli consuli delli arti di arginteri per li quali  interesse li officiali di detta compagnia possano constringiri alli detti consuli et mastri a pagare detto interesse secondo le coercizioni appropriate al patto (convenuto) quanto a cose e persone, alla presenza dei giudici magistrati della città di Trapani e non altrimenti. E parimenti con patto che li governaturi officiali et fratri di detta compagnia presenti et futuri non possano ne debbiano in nessun conto fare altro misterio lo quale vada innante detto misterio della licentia et quando per a caso alcuno con lo tempo volesse fare alcuno altro misterio in tali caso sempre continuato tempore lo detto misterio della licentia habbia di andare lo primo di tutti li altri misterij et che sempre detti consuli et mastri di arginterij  siano preferuti li primi di tutti li altrij misterij, di patto.Onde a quanto su detto giurarono.
Testimoni Leonardo Camaccio, Francesco Vallelunga e mastro Giovanni Antonio Bendici, cittadini di Trapani.

Salvatore Accardi