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Manutenzione Straordinaria

Le tre sculture sono montate sul fercolo (vara) e fissate tramite assi di legno ancorate da staffe di ferro. La tecnica di realizzazione delle statue consisteva nello scolpire nel legno le parti  scoperte delle figure, i volti, le mani ed i piedi. Di legno è anche lo scheletro, la struttura che tiene in piedi le sculture, mentre con arti di sughero, assemblate tra loro con viti di legno, lo scultore suggeriva le fattezze anatomiche sotto i panneggi. Le vesti erano di tela, spennellata con una preparazione di colla e gesso, per indurire e modellare le pieghe. La superficie, una volta essiccata veniva dipinta.
I tessuti di Gesù e di San Giovanni sono impreziosite da decorazioni, in origine in foglia d’oro zecchino, integrate in gran parte nei precedenti interventi di restauro, con vernice similoro, sia tra le pieghe che nei bordi. Sugli incarnati si è notato che è stato steso il colore direttamente sulla superficie lignea, e questo conferisce soprattutto ai volti, una tonalità bronzata. La vara, interamente realizzata in legno presenta esternamente, sui quattro lati, una laccatura in foglia d’argento meccata.

Interventi precedenti
Il gruppo della Separazione, forse intorno al 1800, fu ridipinto completamente; come testimoniano alcune foto del 1950; infatti la veste di Maria era di color  avorio, quella di Giovanni era verde e Gesù aveva la tunica con una tonalità di blu molto più scura. In seguito, l’opera fu leggermente danneggiata da un bombardamento nel 1943 che provocò notevoli danni all’Oratorio di San Michele, dove erano custoditi i Misteri in origine. Nel dopoguerra Bartolomeo Frazzitta eseguì solo una manutenzione, poiché il gruppo non era particolarmente danneggiato.Nel 1999 il gruppo viene restaurato a cura della Soprintendenza ai BB. AA. di Trapani, da Concetto Mazzaglia; l’intervento di restauro porterà alla luce le cromie originali delle vesti.

Stato di conservazione
Da un punto di vista strutturale, l’opera, al momento della manutenzione, si mostrava in discreto stato di conservazione. Non risultavano parti mancanti significative e la stabilità delle statue nei punti di ancoraggio alla vara era buona, tranne che per la Madonna.
La figura di Maria, con l’apertura delle braccia e con una leggera inclinazione verso Gesù, ha un baricentro che non corrisponde con l’asse dell’unico sostegno; la conformazione di tale struttura era la causa di una visibile oscillazione laterale durante la processione.
Le statue erano poi, ricoperte da depositi di polvere consistenti; in molti punti si notavano spessi strati di cera accumulatasi nel corso di manutenzioni precedenti che ne appesantivano l’aspetto visivo del manufatto. In corrispondenza dei drappeggi orizzontali delle vesti, erano presenti vaste abrasioni, sollevamenti della pellicola pittorica e dello strato di gesso sottostante. Particolarmente degradate le porzioni inferiori delle vesti dei personaggi; esse presentavano cadute degli strati preparatori che lasciavano scoperta la tela sottostante, anch’essa deteriorata. Il mantello di Gesù, nella porzione posteriore che poggia sul piano del fercolo, era particolarmente compromesso, mostrava numerose lacune e lacerazioni della tela. La cromia degli incarnati appariva alterata a causa di una ossidazione della vernice usata nei precedenti interventi di restauro.
Per quanto riguarda la vara, essa era interessata da vaste lacune che lasciavano visibile la preparazione di gesso sottostante, da numerose lesioni a livello della struttura lignea e da una diffusa ossidazione della foglia d’argento, che ne alteravano la cromia originale; inoltre, sulle stesse superfici erano visibili spessi strati di cera,depositati dalle candele utilizzate in processione.

Intervento manutentivo
Le scelte metodologiche di intervento sono state dettate da un’attenta analisi dell’opera e dai materiali di cui è costituita. Inoltre si sono tenute in considerazione,le integrazioni pittoriche ed i risanamenti attuati durante il precedente intervento di restauro.

Consolidamento
Viste le problematiche prima descritte, è stato necessario intervenire strutturalmente sulla scultura di Maria; si è proceduto a smontare il manto e ad aprire la veste, in modo tale da potere intervenire in maniera più agevole ed allo stesso tempo avere una visione più chiara del problema. Dopo aver smontato la porzione di veste interessata, le parti lignee e di sughero che compongono la struttura e danno forma, sono state consolidate e disinfestate. Sono stati sostituiti i perni di giunzione con tasselli di legno lunghi, per ancorare meglio la gamba destra al perno centrale, in quanto si mostrava libera dalla struttura. Per evitare che la Madonna oscillasse, è stato inserito un secondo asse laterale a sostegno della statua;infine, la veste è stata ricucita ed è stato riposizionato il manto.

Pulitura
I test di pulitura hanno permesso la scelta della metodologia di intervento più idonea, in relazione alle sostanze da rimuovere ed alla materia costitutiva dell’opera. I primi test hanno evidenziato, al di sotto di una vernice ingiallita che interessava tutti gli incarnati,un unico strato pittorico steso in maniera uniforme con poche velature di colore. Prima di procedere ad ampliare i provini si è accertato che il colore pulito fosse quello originale e che al di sotto non vi fossero altri strati. Dopo ulteriori saggi le cromie dei volti sono apparse integre, a differenza delle mani e dei piedi dove erano visibili vaste lacune che ,mettevano in mostra la superficie lignea. Sulle vesti è stata eseguita una attenta pulitura, per asportare gli spessi  depositi di polvere e cera ma senza intaccare le integrazioni effettuate nel corso del restauro precedente.

Ripristino parti mancanti
Le lacune che interessavano le vesti, in particolare i drappeggi che poggiano sulla vara, sono state ricostruite mediante l’utilizzo di una leggera garza, trattata con colla e gesso, per imitare la tecnica di esecuzione originale ed evitare un irrigidimento delle superfici. Dopo l’essiccazione, le lacune di garza sono state velate con una stesura di gesso per rendere la superficie liscia e omogenea. Sul fercolo, è stata asportata la mecca ormai offuscata e dopo le necessarie stuccature, è stato integratol’argento ed è stata eseguita la meccatura.

Reintegrazione pittorica
Le reintegrazioni pittoriche sono state realizzate con colori a vernice reversibili; per ridare un equilibrio cromatico e formale all’opera, sono state effettuate velature sottotono in corrispondenza delle mancanze e delle abrasioni.

Verniciatura finale
Al fine di uniformare e proteggere la pellicola pittorica, l’intera opera è stata vaporizzata con vernice protettiva.

 

Maria Rita Morfino

 

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