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Galanterie e Giogali

Sul finire del 1700 l’antica arte orafa trapanese s’imponeva ancora con notevole presenza nel mercato insulare. In città, abili mastri e i garzoni di bottega modellavano oggetti in oro, in argento e di corallo commissionati e prevalentemente dall’agiata classe di negozianti e patrizia ed anche dalla “povera gente”, giogali elencati negli inventari di defunti e negli atti dotali. Un voluminoso fascicolo sarebbe non capiente a contenere le descrizioni degli oggetti creati dalle mani di questi valenti artigiani annotati con perseveranza anche nei loro particolari libri approvati dai consoli e dai mastri orafi trapanesi succedutesi nei secoli. Tra tante scritture presentiamo la lista d’alcuni curiosi oggetti ed originali gioielli testimonianza dell’antica creativa arte tuttora mostrata con gli ornamenti argentei che adornano le statue dei Misteri di Trapani.

Un pajo di pendenti alla americana di diamanti bozzetti a concia d’Olanda con suo smalto blù, diamanti di peso carati 13 circa, di valore stimato dal console Vito Parisi in 123 onze e 15 tarì, dotato a Nicasio Adragna dal suocero Giuseppe Malato. Un anello a due giro di brillanti con zaffiro nel mezzo legato d’oro per 80 onze, donato dal ciantro Diego De Luca al convento del Carmelo. Un paro di pendenti di stile greco di tavolette a concia fiaminga con suoi ligaccia d’oro e foderate tutt’oro con suoi smalti e suoi diamanti ne’ centri – peso d’oro onze 4,17, argento di detti tarì 6,8, peso di detti diamanti carati sette, un coccio e due ottave, importo di detti diamanti onze 43, 26, fattura e smalto onze 12. [Erano i vistosi orecchini pendenti (detti fioccagli o scioccagli di chiara impronta greca) donati dal vice console inglese Salvatore Malato alla figlia Filippa e consegnati in dote al genero Raimondo Mac Donald, valutati dal console Giovanni Caltagirone ben 60 onze, 19 tarì e 8 grani]. Un pajo di rosette di brillanti girati e fattura d’importo di 154 onze e ventiquattro posate d’argento con fattura di 55 onze e 6 tarì, oggetti forse provenienti da una pregiata oreficeria di Palermo, donati dal comandante della Valle e Piazza di Trapani, Luigi de’Sandier alla nipote Vincenza Falegiani sposa del capitano Giovanni Capparelli.

Per avere idea del valore dei riferiti preziosi rammentiamo che lo scultore trapanese Domenico Nolfo percepiva dalla Venerabile Compagnia della Pietà di Monte di San Giuliano appena venti onze per aver costruito il Mistero della coronazione di spine e ciò dimostra che il costo di 154 onze di un pajo di rosette di brillanti girati e fattura equivaleva al costo della realizzazione di circa otto “mistere”. Lo sfoggio dei preziosi era ostentazione della selettiva ricchezza patrizia vanto palese in due lettere inserite nella minuta del notaio Ignazio Maria Bello nel 1780, scritte da Maria Nicoletta Carosio e Vincenza Sieri Pepoli, riguardo un vassoio d’argento di buon peso e all’ultima moda e l’espressione di “dolci dolci” ad intendere zuccherati dolciumi.

Eccellenza

Ieri con comodo di Mare mi giunse una Scatola di dolci dolci di Palermo, dove nel mezzo ritrovai un bellissimo piattiglio di Argento, che mi è stato regalato dalle mie Signore Zie del Monistero di Monte Vergine, come pure un bellissimo ventaglio inviatomi con altri piccoli Galanterie da mia Signora Zia Donna Elisabetta Gaetano sapendo, che Vostra Eccellenza sempre ha avuta tanta bontà per me ho penzato inviarcele, per vederle e potrà farle vedere alle sue Amiche in questo occasione del mio Sponsalizio; voglio credere, che Vostra Eccellenza ne avrà piacere di aver io ricevuti questi doni; mi avvisi intanto come gli sembrano come anche alli sue Amiche, e riverendola divotamente passo a soscrivermi. Divotissima Serva vera, Vincenza Sieri Pepoli.

Trapani li 4 Ottobre 1777.

Cara Donna Vincenza

Con sommo mio piacere ho veduto il bellissimo Piatto di Argento lavorato all’ultima moda, e di buon peso, che al certo passa l’onze 6 come anche il Ventaglio, che l’ho fatto vedere a questa mia Nipote Donna Casimira Carrosio, in casa della quale al presente commoro [abito] per la mia indisposizione, come ben sai, e le piacque assai, e l’abbiamo fra di noi stimato, esser più di onze 15. Che il Cielo sia questo che ve li facci godere per li vostri vantaggi, si dell’Anima, come del Corpo. Spero fra giorni vedervi di presenza, e ci parleremo meglio, ed abbracciandovi caramente mi resto.

Di Voi Trapani 6 Ottobre 1777.

Divotissima Serva ed Amica, che vi ama da vero Core

Suor Maria Nicoletta Carrosio.

Di deciso interesse è il sottostante l’elenco dei preziosi valutati dall’orefice e console della medesima arte, Don Michele Caltagirone, per valore, peso e manifattura, consegnati in dote da Antonino Burgarella al genero Antonino la Via nel 1807. Era Antonino la Via provetto capitano, che per anni affrontò i marosi del Mediterraneo con il suo brigantino carico di prodotti indigeni trapanesi esportati al di là del faro. Sposò Giovanna Burgarella, figlia di Antonio e di Carmela Adorno (sorella del capitano Diego, di Gaspare e di Giovanni Battista che scomparve in mare nel 1843 a 62 anni). Nel 1811, in rotta verso Cagliari con il suo brigantino che trasportava, tra l’altro, due costose casse di nanchine e due casse di mussolini e nanchine, Antonino La Via e il suo equipaggio subirono un atto di pirateria consumato dal comandante di una corvetta francese, che dopo aver fatto rastrellare la mercanzia, li fece “accomodare” su un piccolo caicco lasciando loro un fazzoletto di pane e un barile d’acqua. Non sappiamo quale figura marmorea è l’effigie del coraggioso capitano che abitò con Giovanna Burgarella il proprio palazzo nell’allora chiassosa piazzetta di Piano San Rocco (ospedale vecchio) che, probabilmente, si confonde con quelle della sua progenie collocati all’interno d’ovali di marmo.

In primis un pajo di fioccagli ligati in oro con suoi diamanti a giorno di numero 76 diamanti. Peso diamanti carati 2 e cocci 2 circa ad onzi sei e tarì quindici carato importano

Oro e fattura

Onze 16  7  10

Onze 16    =  =

Uno Miraglione ligato in oro con sua catena alla maltesa di palmi 4 circa con numero trentadue diamanti peso di diamanti carati due coccio uno e due ottavi circa ad onze 6, 15 carato

Oro di netto

Fattura di catena e gioiello

Onze   14 20   =

Onze   13   8   =

Onze   12   =   =

Uno anello a due giri di numero 22 e tavoletta grossa brillantata nel mezzo carati 3, 2 cocci circa ad onze 5 carato

Oro e fattura

Onze  17  15   = Onze    3  20   =

Un paio fioccagli d’oro con due cristalli blù

nel mezzo peso d’oro

fattura e cristalli

Onze    4  14   =

Onze    3    =   =

Un paio oricchini di corallo ligati in oro in tutto Onze     5   =   =

Una spuletta di corallo oro corallo e fattura Onze    2 ,20   =

Un filo di corallo di numero bottoni 39 peso oncie 2.22 in tutto

Onze    4    =  =

2 posati d’argento con suo manico liscio peso ..

In tutto

Onze    4    5  = Onze        12  =

Una spilla d’oro, oro e fattura Onze        22  =

—————–

Somma di tutto Onze 117,23,10

Onde in fede del vero mi soscrivo di mio proprio pugno e col sugello proprio dell’arte.

Michele Caltagirone Console delli Signori Orefici ed Argintieri

Copyright ©Salvatore Accardi – ©www.trapaniinvittissima.it

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